Circa un mese fa, Cristal, un amico dell'USP (Unione Speleologica Pordenonese), mi invitò ad una uscita presso la grotta di "LA VAL" nel pordenonese. L'uscita serviva per portare al fondo tutto l'occorrente per lo speleosub che la settimana successiva avrebbe esplorato un sifone.
Accettai subito con entusiasmo, ma con un piccolo timore: ero fermo da circa tre mesi e già mi immaginavo la sfacchinata.
Appuntamento sabato mattina presto a Fontanafredda e da lì in macchina fino a Clauzetto.
Siamo i primi al parcheggio, ma poco dopo alla spicciolata cominciano ad arrivare anche altri speleo noti (Felpe, Bardo) e non.
Neanche terminato il rito della vestizione e si parte. Il mio sacco non pesa molto, per fortuna.
Appena dentro la grotta mi trovo davanti una stalattite di ghiaccio, molto bella.
Sebbene sia effimera, faccio attenzione a non romperla. Dopo alcuni saltini abbastanza stretti si arriva ad un piccolo pozzo (10 mt circa) ed a quel punto capisco che da lì in poi l'acqua la farà da padrona. La progressione avanza; si è in continuo movimento. Il sacco si incastra spesso.
Saltino, traverso, saltino poi di nuovo traverso e così fino al punto in cui c'è da passare un laminatoio. Mi avevano detto:< tranquillo, non ti bagnerai molto…>. Appena lo vedo mi vengono i brividi. Lungo circa 15mt, si abbassa fino a circa 50 cm ed è bagnato. Mi faccio forza. L'impatto delle mani con l'acqua gelida mi fa rabbrividire, ma il massimo è sentire l'acqua che ti entra nelle gambe e negli stivali. Il sacco come sempre non collabora. Esco dal laminatoio zuppo a metà, ma almeno il torace è asciutto.
La progressione continua: saltini, traversi, cascate, marmitte grandi e piccole e ad un certo punto fango, tanto fango. Manca poco. <Un ultimo sforzo> mi dice Cristal: < Ora si gattona!>.
Al confronto il laminatoio è stato un scherzo. Si gattona su ciottoli di ogni forma e dimensione: sabbia, fango, pezzi di conglomerato. Le ginocchia fanno male; chiedono pietà. A metà di quel budello, incrociamo Felpe e Bardo che vanno nella direzione contraria per raggiungere un'altra zona della grotta e continuarne l'esplorazione. Proseguo. Il dolore alle ginocchia si fà sentire. Il sacco si incastra spesso e volentieri. Non so come trasportarlo. Basta, mi dico:mi fermo qui e torno indietro. Non ce la faccio più. Sono in affanno.
Ma sento delle voci, la meta è troppo vicina per mollare. Non posso mollare! Avanzo bestemmiando e… arrivo alla fine. Fondo della "La Val" in tre ore. Sono felice. Mi accascio sfinito, senza pensare al ritorno. Ci sono gli altri. Devono fare il paranco per il materiale. Divoro il panino ed un po' di frutta secca.
Dopo un attimo di pausa guardo Cristal e gli dico <Andiamo.>.
Si riparte verso l'esterno. Lenti ma continui. Il percorso è faticoso, ma in tre ore siamo fuori con ancora un pallido sole che ci riscalda.
Sono stanco, sfinito, ammaccato, indolenzito, bagnato fradicio, ma dentro di me soddisfatto e felice.
La Val….alla prossima.