Attività svolta il: 15/06/2014
Un paio di settimane fa il buon Michael, l'orientista che ci aveva già accompagnato altrove sempre in Cansiglio (vedi il raccondo), portò me e Andrea a vedere un pozzo che si apriva in un'area comoda da raggiungere ma dalla morfologia accidentata. Avevo preso dal magazzino 30 metri di corda e qualche spit da piantare. In uno slancio di ottimismo, prima di partire, misi in zaino anche altri 20 metri di corda perché non-si-sa-mai. Giunti sul posto saggiai la discesa con un profondimetro analogico (sasso), effettivamente la cosa era interessante…
Dopo un armo naturale su un albero un po' distante dall'ingresso, un paio di spit e tanto ma tanto legno e muschio scaricati mi affacciai dal tetto di una saletta ma… porc! Nodo di fine corda in battuta sul discensore. Visto! Non-si-sa-mai, gli ulteriori 20 metri sono tornati buoni! Saletta 3x5x5, una fessura impraticabile, 3 presunti camini, una finestra-laminatoio a metà pozzo: dovevamo tornarci.
Così, con il tempo incerto e minaccioso, questa domenica abbiamo organizzato un'allegra gita sociale, con lo scopo di togliere i punti interrogativi ed inaugurare il nuovo trapano del gruppo. Accampamento selvaggio con zaini, sacchetti e materiale sparso un po' qua ed un po' la. Andrea è stato previdente ed ha portato un telo-tenda sotto cui ripararsi in caso di pioggia, fantastico!
Scende Federico, si tira dentro la finestra poco sotto l'imboccatura del pozzo ed arma un traverso. Oltre c'è un pozzo, io sospetto sia uno dei tre camini visti la volta precedente dalla saletta, ma non-si-sa-mai. Continua l'armo e scende di qualche metro fino ad intravedere la saletta, un punto di domanda è eliminato, si ricollega. Risale, disarma la finestra e prosegue la discesa nel pozzo principale migliorando l'armo: i multi-monti sono più facili da piazzare degli spit…
Il resto della compagnia scende sul fondo del P20 (circa), lo stillicidio è abbondante ed in breve siamo tutti bagnati, il freddo si fa sentire. Controlliamo meglio la fessura impraticabile, continua ma è eccessivamente stretta, non ha circolo d'aria e c'è un piccolo arrivo d'acqua, quindi viene dall'alto. Uno dei presunti 3 camini si rivela essere solo una nicchia, l'altro è troppo bagnato per essere arrampicato in comodità. Nel frattempo smuoviamo dei massi da una nicchia, dietro continua ad esserci una frana che proviene dall'alto, probabilmente è una delle tante fessure che convergono in questa sala; continuare a scavare è troppo pericoloso e comunque non c'è aria.
Bagnati, infreddoliti ed un po' delusi riguadagniamo l'uscita. Ci sfoghiamo parancando un tronco di abete che era posizionato proprio sopra l'accesso del pozzo e dava fastidio. No, non è vero, non dava tanto fastidio, ma l'abbiamo parancato lo stesso.
Durante la giornata è stata fatta anche una battuta esterna. Più che altro abbiamo girovagato nei dintorni guardando qua e la. A pochi metri dal pozzo c'è un piano inclinato che scende di 4-5 metri ma si ferma su una saletta senza alcuna prosecuzione e senza circolo d'aria.
Ci torneremo ancora, questa volta per rilevare e mettere la placchetta.
Foto di Marialetizia Furlanetto e Andrea Buosi