Attività svolta il: 30/03/2014
Oggi meravigliosa giornata di sole, senza altri impegni "grotteschi", pur di non restare inattivi ci siamo organizzati con i figli per un'uscita di ricognizione al Tavaran Grando, in vista degli accompagnamenti a gruppi di scuole in Giugno.
Io, i miei figli Agnese e Massimo e il "collega" Stefano siamo partiti per la nostra prima "solitaria".
Il timore era che, viste le abbondanti piogge dell'inverno, l'accesso alla grotta fosse stato "divorato" dal Piave… E in effetti, rispetto alle uscite precedenti, la morfologia del letto del fiume è notevolmente cambiata!
Gli accessi stradali alla grotta sono due essenzialmente, uno da Est e uno da Ovest rispetto a questa. Scegliendo l'accesso Est ci siamo trovati di fronte il fiume che una volta non c'era!. Ora l'acqua scorre proprio a ridosso del sentierino di accesso e in diversi punti è stato portato via e ricoperto da grossi accumuli di legna trasportata dall'acqua.
In ogni caso, guadando con gli stivali nei punti più bassi e arrampicandoci un po' sul pendio, siamo riusciti ad arrivare all'ingresso. Allo stato attuale sarebbe difficile e sconsigliato portare bambini piccoli per questa via.
Da vedere, lungo il breve percorso, un bunker della 1° guerra, probabilmente ripulito da poco in vista del centenario dell'inizio della grande guerra.
Per quanto sia una grotta semplicissima già l'ingresso fa sempre il suo effetto, soprattutto per i giovani speleologi!
Come al solito si entra cercando di bagnarsi il meno possibile, cercando percorsi alternativi alle inevitabili "pozze" presenti lungo il meandro (attenzione solo alle due marmittine fonde e infingarde che se coperte da acqua infangata possono ingannare il passo e fare male a tibie e caviglie!). La grotta in effetti è molto divertente per i neofiti. Vari brevi percorsi alternativi permettono di provare tutte le ebbrezze della speleologia: strisciare nel fango, nell'acqua, in strettoie, piccolissime "arrampicate" e così via.
Siamo arrivati quindi in breve tempo al fondo, rimanendo a chiacchierare un po' al buio e poi provando a dare ai ragazzi l'ebbrezza dell'"esplorazione", lasciandoli indagare nei vari anfratti. (rigorosamente seguiti!). Inevitabile poi la battaglia di fango con Stefano vittima. (e non voleva sporcarsi!)
Cambio totale e poi la fame si fa sentire. Incredibile che siano comunque passate già 3 ore dal parcheggio al ritorno alla macchina. Il tempo è volato. Ci siamo divertiti. La trattoria ci aspetta!
Testo e foto di Paolo Pozzobon