Le ultime esplorazioni in K12 compiute durante il mini-campo estivo ci hanno portato in ambienti a circa -100 metri dalla superficie.
In questa zona, il “Ramo Cubot”, ci sono due camini, uno fossile ed uno attivo con parecchio materiale di crollo in bilico.
Alla base del camino attivo scorre un rivolo d'acqua, nonostante il periodo siccitoso della settimana di ferragosto che ha reso il K12 insolitamente asciutto e privo di stillicidio.
La risalita di una ventina di metri nel camino attivo iniziata da Rinaldo e poi portata avanti da Dado, sempre con l'aiuto del prode Michele, non ha fruttato prosecuzioni eclatanti, ma almeno abbiamo capito da dove arriva l'aria gelida (0° C) presente in questa zona.
Facendo 2+2: aria gelida + acqua = nevaio!
Una volta tornati a casa e sistemati i rilievi iniziano le congetture.
Siamo a -100 dalla superficie, il camino fossile secondo il Disto sale per 47 metri; -53 m dalla luce.
All'esterno c'è un fratturone che scende di qualche metro rispetto ai pianori; -50 m dal sole. Sopra di noi ci sono delle grotte che scendono per una trentina di metri; -20 m dal tepore esterno…
Lungo il fratturone sopra al Ramo Cubot si aprono le grotte Enrico la talpa, F10 e Cesira; quest'ultima, con tanto di nevaio e prosecuzioni segnalate, è la principale indiziata per un congiungimento tra il complesso del Foran del Mus (K12) ed il complesso del Col Sclaf.
Il gruppo di questo weekend è ridotto ai minimi termini, decimato a causa dei lavori di manutenzione della sede. Così ci ritroviamo solo io e Dado (Claudio) con due zaini che una volta tanto sono umanamente accettabili dato che l'attrezzatura è già quasi tutta in loco. In un'ora e mezza siamo al bivacco e ci prepariamo una pastasciutta con condimenti non ancora scaduti, che lusso!
Breve preparazione dei materiali e partiamo alla ricerca di Cesira guidati dal GPS del fantastico Cubot (non hai ancora comprato un Cubot?!). Gironzoliamo un po' su e giù per individuare gli ingressi, questa zona è tutto un buco e capire dove siano gli ingressi che cerchiamo non è semplicissimo. Prima troviamo Enrico la talpa, poi F10, infine tornando sui nostri passi finalmente capiamo dov'è Cesira. Tanto vagare per nulla, dal Procopio si vede benissimo l'ingresso di questa grotta. Due spit indicano la partenza della calata; armare sarebbe semplice, se solo avessimo le viti! I multi-monti salvano la giornata… la prima corda da 28 finisce sul nevaio a -20 m, un paio di frazionamenti con un altro spezzone ed arriviamo sul fondo del lato ad est.
C'è un passaggio, tira aria e si vede una saletta ma un masso ci impedisce di andare oltre, almeno non prima che Dado abbia dato un po' di martellate sotto ad un fastidioso stillicidio. Sgusciamo oltre la strettoia ed entriamo in ambienti più confortevoli, risaliamo di qualche metro su detriti e… luce! Siamo finiti il F10, collegamento già noto; niente prosecuzioni.
Amareggiati risaliamo e portiamo fuori i materiali scarrozzati fin qui per nulla. Risalendo però notiamo dei varchi ai lati del nevaio. Dado torna giù senza materiali extra in modo da essere più agile nei movimenti e si infila tra roccia e ghiaccio sparendo per una mezz'oretta. Ricompare fradicio, ha trovato un piccolo meandro che porta ad un pozzetto, purtroppo impraticabile, di 5-6 metri stimati con un profondimetro hi-tech (sasso). Prova anche dall'altro lato del nevaio ma non ci sono passaggi.
Niente da fare, da qui non si riesce ad entrare in K12, la risalita del camino da 47 metri non può essere evitata. Almeno abbiamo passato un bel fine settimana in spensieratezza.
Cesira stropa!!! (trad. chiude)
Testo di Alberto Righetto