Fragili giganti sparsi per il mondo, ti scricchiolano sotto i ramponi e ti crollano davanti a gli occhi con boati agghiaccianti. Di una bellezza ammaliante, il loro essere effimeri e mutevoli innamora chi li percorre.
Spesso usati come simbolo del cambio climatico che stiamo vivendo, i ghiacciai sono importante oggetto di studio. I loro ambienti inaspettati ed incantevoli custodiscono nelle loro immense e fredde sfumature dal grigio al turchese, preziose informazioni che stanno aprendo nuovi orizzonti a varie discipline scientifiche, dalla biologia agli studi paleo-climatici.
Ma se l’esterno è di per sé impegnativo da raggiungere, il loro interno lo è ancor di più e richiede un mix di tecniche speleologiche ed alpinistiche nonché subacquee che la speleoglaciologia unisce.
Dagli anni ‘80 ad a oggi gli studi delle grotte di ghiaccio sono cresciuti in tutto il mondo, la loro formazione (crio-carsismo) dipende dall’idrologia e dalla fisica dei ghiacciai. Esplorarle, scoprire fino a quale profondità arrivano le acque di fusione superficiale convogliate in “bédières” (fiumi di superficie) e catturate da “mulini” (pozzi glaciali) all’interno dei ghiacciai, aiuta a comprendere meglio il funzionamento della rete idrologica interna ed il loro ruolo nel processo di deglaciazione.
Il progetto «INSIDE THE GLACIERS» creato dai geologi dell’associazione di esplorazione geografica “La Venta” Alessio Romeo e Francesco Sauro nell’ottobre 2014, ha come obiettivo la creazione di una collaborazione tra speleologi, ricercatori e scienziati, organizzando e documentando le esplorazioni per poi divulgarne i risultati. Speleologi provenienti da tutta Italia e non solo, si ritrovano a questo scopo generalmente tra estate ed autunno, nelle poche finestre temporali in cui è possibile penetrare all’interno di questi giganti.
Alle attività del 2021 nei ghiacciai Lang e Gorner (Svizzera) ha partecipato anche il GGT. Sebbene le temperature fossero inaspettatamente elevate per la stagione, tra il 14 ed il 20 di ottobre sono state esplorate e rilevate alcune grotte di contatto tra roccia e ghiaccio già viste a fine agosto. Si è colta l’occasione anche per prelevare campioni al fine di studiare le interazioni minerali/microrganismi estremofili.
La morfologia completamente trasformata nell’arco di due mesi, il caldo “imbarazzante” e lo scorrere copioso e repentino dell’acqua all’ interno delle grotte ci ha tristemente ricordato quanto velocemente stiano scomparendo queste enormi masse di ghiaccio così importanti per la vita.
Questo complesso progetto ed i suoi risultati sono visibili nel sito:
https://insidetheglaciers.wordpress.com/northern-side-of-the-alps/