Attività svolta il: 08-03-2015
Dopo un paio di mesi in cui abbiamo sostanzialmente sonnecchiato, l'attività speleologica è ripresa con una visita alla Grotta della Bigonda (14 febbraio) e il rilievo del nuovo ramo trovato nei mesi scorsi il Castel Sotterra (1 marzo). Oggi invece si va a visitare la Grotta del Calgeron, a Selva di Grigno, in Valsugana. Ci accompagnano gli amici del Gruppo Grotte Emilio Roner di Rovereto e del Gruppo Grotte Trevisiol di Vicenza.
Nei pressi del luogo dell'appuntamento ci viene incontro un'auto, il guidatore ci chiede “Siete speleo?”… si… “Andate in grotta oggi?”… beh, si! Al che ci invita a seguirlo. Dando per scontato che fosse uno del Roner venutoci incontro per portarci al luogo dell'appuntamento, lo seguiamo… fino alla sede del Gruppo Grotte di Selva! Strano, c'è qualcosa che non ci torna… ed infatti appena scende ci accoglie chiedendo “Allora, pronti per andare in Bigonda oggi?!” Bellissima grotta, nulla da dire, ma ci siamo stati il mese scorso! Capito l'equivoco torniamo sui nostri passi ed incontriamo gli altri che già ci stavano aspettando.
Per arrivare all'ingresso ci sono 250 m di dislivello, una quarantina di minuti di cammino su un sentiero delicato in caso di neve o ghiaccio; parte dei passaggi sta per franare, c'è un parapetto in legno ma i pali sono inequivocabilmente compromessi e destinati a finire a valle. Ci si cambia all'ingresso, e si gonfia il canotto!
Già alla prima pozza a 5 metri dall'ingresso (che oggi è un laghetto), non si può fare altro che bagnarsi i piedi, anche se si hanno gli stivali. Poco più avanti entriamo nella Sala delle Vasche, bellissima! A questo punto arriva il momento di salire sul canotto e farsi traghettare oltre al laghetto, non è molto profondo per la verità, ma così evitiamo di metterci a bagno fino alla pancia.
Da qui iniziano una serie di gallerie tempestate di marmitte, pazzesco, ce ne sono di tutte le dimensioni, anche una dentro l'altra! Ci sarebbe da rimanere fermi ore ad osservare come ha lavorato l'acqua, non avevo mai visto nulla di lontanamente simile in altre grotte.
Proseguendo entriamo nella Sala Nera, un enorme salone di crollo in cui le luci delle frontali si perdono. Mi soffermo sulla parte alta ad osservare i compagni che scendono tra i blocchi di roccia, ma il bello deve ancora arrivare. Dal fondo del salone parte una galleria inclinata a 30° che scende verso le parti più basse della grotta. Nulla di particolare, se il pavimento non fosse costituito da uno strato di ghiaino che permette di scendere correndo come su un ghiaione in montagna! 30 secondi e si è alla base.
Poco più avanti c'è un altro laghetto che superiamo con un secondo canotto; oltre ci aspetta un altro salone con una cascata che scende affianco ad una scala che permette di accedere ad un ramo superiore, molto scenografico. Ci spingiamo fino al sifone finale che è stato esplorato dagli speleosub del Roner qualche anno fa; attualmente però è quasi del tutto occluso da ghiaia. Ci accomodiamo sugli accumuli di ghiaia e dai sacchi inizia a spuntare ogni genere di alimento.
Da qui in poi inizio a torturare i miei compagni di escursione, che ora sono stati trasformati in assistenti fotografici (dovrei dire schiavi?); è passato giusto un anno dall'ultima volta che ho fatto foto in grotta. Percorriamo la grotta a ritroso ed ogni tanto fermo parte della comitiva dando inizio ad un misto tra ordini (Flash! Più a destra, no, torna più in là, girati, un passo in avanti…) ed imprecazioni più o meno sommesse da parte di chi attende pazientemente. Però abbiamo realizzato delle foto decenti, suvvia!
Concludo ringraziando, oltre che gli assistenti fotografici, i nostri accompagnatori, in particolare Nicola per avere organizzato la visita e Leone per averci traghettato oltre i laghetti. Alla prossima!