Attività svolta il: 24/08/2014
Una Domenica di sole in questa estate dispettosa è un dono raro, ma qualcuno (forse per ripicca!) ha pensato bene di snobbarla e infilarsi laggiù, fra il buio e il fango perenne. Ed è di nuovo Castel Sotterra (vedi i precedenti episodi: puntata 1, puntata 2 e puntata 3).
Con tutta calma(appuntamento ore 9, siamo pur in ferie, chi più chi meno) mi avvio quindi verso il bar di Giavera, dove mi raggiungono, nell'ordine: Massimo, Dado e Alberto. Colazione, e poi si parte per la puntata numero quattro della saga “Argilloni a Sinistra”, con l'intento dichiarato di chiudere l'anello che congiunge la sala grande dei misteriosi fix a un punto noto della grotta. In parole povere: l'obiettivo è arrivare e tornare indietro per un'altra strada, che logica vuole e pretende deve esserci!
Il tragitto d'andata ormai si fa col pilota automatico inserito: arrivati al primo camino ricomincia anche la famigerata serie di strettoie, ma oramai al quartetto temprato dai tanti strisciamenti domenicali non fanno più paura, e nemmeno rallentano troppo.
Arriviamo dunque alla sala grande, dove Alberto e Dado cominciano a imbastire l'armo per scendere in un ambiente che sembra piuttosto grande, una quindicina di metri sotto di noi. Libero da impegni il secondo duo, così io me ne resto a mangiare/fotografare mentre Massimo gironzola un po' alla ricerca di altre opportunità di passaggio, peraltro trovandole: un pozzo che a una prima occhiata pareva necessitare d'armo sembra invece discendibile senza attrezzi, con un po' di prudenza. Dato che non abbiamo altro da fare non ci resta che provare ed in effetti la cosa risulta fattibile, e ci portiamo con pochi passaggi in un ambiente subito sotto alla sala dove i nostri compagni stanno armando. Non è esattamente dove il gruppo stava cercando di andare(seppur ne è collegato) tuttavia apre un'ulteriore nuova via, ancora più in basso.
La pendenza non è esageratamente severa e decido quindi di scendere ancora e dare un'occhiata: qualche decina di metri più giù sembra esserci un ambiente piuttosto grande!
Non ci addentriamo quindi oltre e risaliamo ad avvertire i nostri compagni, che conoscendo la grotta meglio di noi hanno sicuramente molte più chance di capire di che posto si tratti. Di nuovo giù quindi, stavolta tutti insieme e ci ritroviamo in una saletta piuttosto spaziosa, da dove parte l' ennesimo cunicolo…
È Dado a buttarsi dentro, e dopo qualche sdrusciamento sentiamo la sua voce da sotto annunciare con enfasi: “galleria!” .
Anche se qualcuno, capendo malamente “allegria!”, rimane perplesso più a lungo del dovuto, alla fine sembra chiaro a tutti che stiamo davvero procedendo nella direzione giusta!
Scendiamo quindi, per ritrovarci a sbucare in un tronco di galleria che termina in vari cunicoli. Alberto lo riconosce subito e ci assicura che siamo alla fine di Argilloni a Sinistra, a un minuto dal primo camino. Possibile? Una zona enorme, mai rilevata e in parte addirittura inesplorata, sarebbe tanto facilmente raggiungibile, bypassando completamente le strettoie che ci hanno tormentato per quattro uscite? Parrebbe di si…
Procediamo quindi nella galleria, curiosi e anche un po' spaesati per ritrovarci in un attimo esattamente lì, dove tutto è cominciato, ai piedi del C18.
L'anello è chiuso e la missione è compiuta.
Nessuno riesce a nascondere la perplessità di fronte alle fatiche delle uscite passate, per esplorare ambienti che sarebbero stati raggiungibili assai più comodamente(e sporcandosi molto meno!), ma ciò che conta è che finalmente i conti tornano, e alla prossima uscita potremmo riprendere le esplorazioni risparmiandoci il tratto più ostile.
E sono solo le 14:00 !!
Troppo presto per tornare, decidiamo di dare un'occhiata alla parte terminale della galleria, per vedere se ci riserva altre sorprese. Ci liberiamo dei sacchi e un paio di noi anche dell'imbrago, torniamo indietro e andiamo a infilarci in ogni pertugio possibile lì dove la galleria muore. Trattandosi di una zona di frana piuttosto complessa, neanche qui mancheranno piccole scoperte, dato che arriviamo a tracciare almeno due nuovi percorsi per raggiungere un ambiente in alto, laddove qualcuno prima di noi aveva usato una corda per risalire.
Strisciando fra un cunicolo e l'altro le ore volano e giunge il momento di rientrare, ci avviamo quindi, e la marcia sino all'uscita e poi all'auto non riserva intoppi di sorta. Siamo fuori in tempo per l'aperitivo, che naturalmente ci concediamo mentre aspettiamo l'arrivo di Lorena per una pizza in compagnia che ci concediamo altrettanto volentieri.
Si conclude così la quarta puntata di questa vicenda che era cominciata solo con un “scendiamo un pozzetto” che peraltro chiude subito, ma ci ha riservato sorprese d'ogni sorta e m'aspetto continui a riservarle.
Resta infatti da esplorare l'enorme ambiente di frana scoperto la volta scorsa e capire dove conduce l'altro capo del meandro che ci ha portati lì… solo per nominare le cose principali, giacché ce ne sarebbero almeno un altro paio da tentare.
Beh vedremo dove ci porterà il prossimo, ci si augura meno fangoso, episodio!
Testo e foto di Andrea Buosi